Foto © Giovanni Marrozzini
Questo viaggio–reportage è parte di un più ampio progetto denominato “Selva Oscura”, un grande racconto nell’intersezione tra parola e immagine sull’Amazzonia ferita, sui miti della creazione, sul polmone del mondo e luogo potente dell’immaginario che un fotografo, Giovanni Marrozzini, e uno scrittore, Angelo Ferracuti, hanno iniziato alla fine del 2016. Sono già stati più volte in Perù, Brasile, Venezuela e Bolivia, raccontando le tribù degli Ucamara, Matses, Dessana, Urarina, Yanomami, Guajajara, Guaranì e molte altre.
Foto © Giovanni Marrozzini
I numerosi viaggi già effettuati hanno prodotto reportage fotografici giornalistici (“Venerdì” di Repubblica, “Lettura” del Corriere della Sera, “Millennium” del Fatto quotidiano, il Manifesto, Avvenire, Left) che nell’autunno del 2021 diventeranno un libro, edito da Mondadori nella collana Strade blu, mentre l’agenzia letteraria Walkbout è in trattative con Amazon Crossing per l'edizione degli Stati Uniti e con altri editori europei per la vendita dei diritti esteri.
Il “Viaggio sul Fiume Mondo”, con partenza da Manaus (Brasile) e arrivo alle sorgenti del Rio Vaupés in Colombia della primavera del 2021 sarà la cornice al presente del libro, un viaggio di circa 2000 chilometri, percorsi lungo tre mesi, raccontando i luoghi e le popolazioni che lo abitano. Navigando lungo il Rio Negro - con una barca a motore e con al seguito un piccolo equipaggio, – raggiungeranno il Parco nazionale de Anavilhas, poi Barcelos, Sao Gabriel de Chachoeira, Baruri, Airao, Yavarate, Mitù, Tio Barbas, Miraflores, fino alle sorgenti del Rio Vaupés.
La prima esplorazione sarà fatta nei parchi nazionali come quello del Rio Negro settore nord, Pico da Neblina e il Jaù. I due reporter affronteranno una navigazione sul “piccolo” affluente Rio Unini raccontando le comunità che vivono solo di ciò che fornisce la foresta presso la Riserva estrattiva di Rio Unini. Nella Terra Indigena Waimiri Atroari affronteranno il dramma del “turismo ambientalista”, a São Gabriel da Cachoeira è previsto un incontro con il popolo Kama, gruppo etnico animista di cui restano 100 individui, a Miraflores visiteranno l’ex capitale dei narcos in stato di abbandono, A San José del Guaviare (Colombia), invece, racconteranno la difficile condizione della tribù dei Nukak-Makú che vive lungo il fiume El Guaviare. Dal 1988, quando sono iniziati i primi contatti regolari, metà della popolazione Nukak è morta a causa di malattie come la malaria e l'influenza e della violenza esercitata dai taglialegna e coltivatori di coca che si sono presi la loro terra e le loro risorse. Poi il territorio è stato invaso anche dal FARK, e ancora vagano in quel territori gruppi di dissidenti armati.
Lungo le rive del fiume, i due reporter potranno incontrare anche i popoli Dessana, Mapuche, Baniwa, Tukana, raccontare la loro vita quotidiana, le culture, ma anche i loro habitat minacciati da spietati diboscatori, e l’attività di petrolieri e narcotrafficanti, che inquinano le falde acquifere.
Foto © Giovanni Marrozzini
Naturalmente, vista la componente avventuristica del viaggio, lungo la rotta principale delineata potranno avvenire dei “deragliamenti” di scoperta, perché un viaggio di questo genere permette di penetrare anche ambiti e luoghi difficilmente raggiungibili con i mezzi tradizionali (navi, traghetti, lance) e quindi anche poco raccontati. L’intenzione è di arrivare nel cuore dei villaggi sperduti, ma anche in piccoli insediamenti dove coabitano nei loro habitat naturali solo piccoli gruppi di indigeni, famiglie che vivono di pesca, nutrendosi dei frutti della foresta.
Il viaggio sarà anche raccontato sul sito di “Repubblica Tv” con piccoli documentari realizzati in itinere e fotoracconti predisposti per le campagne del Cospe di Firenze, e anche una graphic novel disegnata da Mauro Cicarè, storico collaboratore di Frigidaire. Inoltre, il lavoro fotografico diventerà una grande mostra, che girerà in diverse città italiane, e poi in Europa, all’interno della quale saranno organizzate giornate multidisciplinari di riflessione con i due reporter fermani, antropologi e studiosi, geografi, registi, in accordo con il movimento per i popoli indigeni Survival International, con il quale è stata avviata da tempo una collaborazione, che sarà presente con un proprio stand, con l’ong Cospe, proiezioni di documentari, mostra che metterà insieme aspetti artistici ma soprattutto sociali, di conoscenza del destino di una parte dell’America Latina importante per la biodiversità e il futuro del mondo.
L’iniziativa prevede anche un aspetto didattico sul reportage come forma di racconto, e l’Amazzonia come argomento di studio etnografico, visite guidate aperte alle scuole e non solo.
Angelo Ferracuti (Fermo, 1960) ha pubblicato raccolte di racconti, come Norvegia (Transeuropa, 1993), i romanzi Attenti al cane (Guanda, 1999), Nafta (Guanda, 2000), Un poco di buono (Rizzoli, 2002) ma soprattutto libri di reportage, tra i quali Le risorse umane (Feltrinelli, 2006), Viaggi da Fermo (Laterza, 2009), Il costo della vita (Einaudi, 2013), Andare, camminare, lavorare (Feltrinelli, 2015), Addio (Chiarelettere, 2016), Gli spaesati – con Giovanni Marrozzini (Ediesse, 2018), e il memoir La metà del cielo (Mondadori, 2019). Scrive su il Manifesto, Lettura del Corriere della Sera, Venerdì di Repubblica e Left. Collabora ai programmi culturali di Radio3.
Giovanni Marrozzini (Fermo, 1971) ha realizzato numerosi reportage in Africa, Centro e Sud America, Balcani e Medio Oriente che sono stati raccolti in libri fotografici. Nel 2016 fonda Parolamia: in collaborazione con la libreria Hoepli scambia le sue immagini (in tiratura limitata) con libri nuovi di letteratura, storia e arte, iniziando a creare così una biblioteca per i suoi figli e altre biblioteche in giro per il mondo.
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