Nelle pieghe del Kosovo
Antica storia di un paese giovane
con Ignacio Maria Coccia
data da definirsi
Un viaggio in Kosovo, nel cuore dei Balcani, per raccontare il paese più giovane e fragile d’Europa.
Giovane come fondazione: è indipendente dal 2008. Si è separato in quell’anno dalla Serbia, con cui ci fu un conflitto dieci anni prima. Ma giovane anche come popolazione. La metà dei due milioni di kosovari ha meno di 25 anni.
La masterclass si concentrerà proprio sul racconto di questi due aspetti: il paese e la sua popolazione giovanile.
Nella settimana della masterclass, viaggeremo con mezzi locali (taxi e autobus), attraversando città, periferie e campagne.
Raccoglieremo le testimonianze dei giovani kosovari, entreremo nell’intimità della loro vita, daremo conto delle loro ambizioni, come delle frustrazioni (la disoccupazione è alta), consapevoli però che sotto ai nostri piedi c’è una terra ancora ferita.
Partiremo dal porto di Ancona (o Bari) alla volta delle coste albanesi. Sbarco a Durazzo e poi da li, direzione Pristina, la capitale: il nostro campo base. Da qui ci sposteremo nelle principali città del paese e cercheremo di tracciare un ritratto del Kosovo.
COSTI
Masterclass: 1.000 euro (800 euro per gli allievi della JL)
Cassa comune: 500 euro (vitto, alloggio e noleggio auto)
Supplemento camera singola: 250 euro
Volo escluso
Le prenotazioni avverranno tramite agenzie di viaggio
Foto © Domenico Oddi
Ignacio Maria Coccia, nato nel 1974 a Madrid, è un fotografo professionista rappresentato dal 2014 dall’agenzia Contrasto. Si è appassionato alla fotografia durante gli studi liceali, per poi formarsi all’Istituto Europeo di Design di Roma.
Nel 2002 è entrato a far parte dell’agenzia Grazia Neri, dedicandosi sin dall’inizio alla fotografia documentaria e al reportage di lungo respiro. Durante l’esperienza a Grazia Neri (2002-2009) ha lavorato su temi quali le trasformazioni socio-politiche nell’Europa dell’Est e sulla religiosità nell’Italia Centrale. Nel corso del tempo, queste due aree geografiche sono diventati gli ambiti cardinali della sua ricerca fotografica.
All’Europa un tempo parte del mondo comunista, spazio nostalgico lontano e vicino al tempo stesso, laboratorio socio-politico di grande interesse, Coccia ha dedicato numerosi lavori, alcuni divenuti libro. Kiev, Ucraina racconta la capitale dell’ex repubblica sovietica al tempo della rivoluzione arancione, esplosa nel 2004-2005. Kosovo, incertezze e sogni è invece un lavoro sul Paese balcanico alla vigilia dell’indipendenza dalla Serbia, conseguita nel 2008. Entrambi i reportage sono stati esposti al Festival Internazionale di Fotogiornalismo di Roma.
Un altro volume dedicato a quel ramo d’Europa in costante trasformazione è Verde cortina, reportage lungo l’ex cortina di ferro, dal Baltico all’Adriatico, prodotto con il giornalista Matteo Tacconi.
L’Italia Centrale è l’altro perimetro su cui si è riversata l’attenzione del fotografo. Uno spazio-cerniera, che contiene in sé sia il Nord che il Sud, la montagna e il mare. Lo spazio, tra l’altro, dove Coccia si trova quotidianamente immerso, vivendo ad Ascoli Piceno. Sul territorio ha prodotto numerose storie, anch’esse sfociate in progetti editoriali. È il caso di Offida sacra e profana e di Assalto al Moro, con cui ha restituito clima, atmosfera e storicità del carnevale offidano e della quintana di Ascoli Piceno.
Un progetto che tiene insieme i mondi cari a Ignacio Maria Coccia è Mare corto: coste, isole e persone dell’Adriatico, mostra fotografica e libro che indaga sull’identità adriatica, sia sul lato italiano che su quello balcanico di questo mare interno del Mediterraneo. Con questo lavoro è stato finalista all’edizione 2016 del Premio Amilcare Ponchielli, istituito dal Gruppo redattori iconografici nazionale (Grin). Anche nel 2011 era stato selezionato tra i finalisti. Nel 2018 ha invece ricevuto la menzione speciale al premio Mario Dondero con un lavoro sui senzatetto di Budapest, la città europea con il più alto numero di persone che vivono in strada.
Parallelamente ai progetti di fotografia documentaria, Ignacio Maria Coccia realizza servizi per la stampa, sia nazionale che internazionale. Ha coperto il terremoto dell’Aquila e quello dell’Italia Centrale. Ha raccontato l’ex Jugoslavia, l’Albania, l’Europa Centrale e l’Ucraina. Tra le testate con cui ha collaborato ci sono Le Monde, Financial Times, D - La Repubblica delle Donne, Io Donna, National Geographic, L’Espresso, IL - Sole 24 Ore.
L’ultimo progetto realizzato da Coccia è Nati dopo l’89, una mostra composta da una serie di ritratti fotografici di giovani italiani e tedeschi nati dopo la caduta del Muro di Berlino. Il lavoro, integrato dalle interviste di Matteo Tacconi, è un’indagine sulla generazione che, pur non avendoli vissuti, è fruitrice diretta dei grandi cambiamenti avvenuti in Europa dopo la fine della Guerra fredda. Nati dopo l’89 è stato prodotto grazie al sostegno del Goethe-Institut.
Ignacio Maria Coccia si occupa anche di video. Nel 2013 ha lavorato come operatore per la Tea Team Film, realizzando alcuni spot televisivi sulla Quintana di Ascoli Piceno per le reti televisive giapponesi. Nel 2019 è stato in Bosnia Erzegovina per conto della Radio televisione svizzera di lingua italiana (Rsi), realizzando servizi sui migranti al confine croato-bosniaco, oltre a un documentario e una serie web sulla memoria a Srebrenica, la città bosniaca dove nel luglio 1995 si consumò un terribile genocidio.
Con il contributo di
Partner
Associazione culturale Jack London · Via XXV Aprile 39 · 63900 Fermo · p.iva 02354850444
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