La scrittura creativa e non‑fiction del reale
docente: Monika Bulaj
durata: 12 ore
Il fotoreportage è una questione di impegno, di pratica (la téchne dei greci, dunque, “l’arte” ma anche “il saper fare”), di meditazione, di empatia e di pazienza. È specchio e relazione. Nasce nella grazia d’un incontro. Non nelle domande che contengono già le risposte, ma nell’ascolto, grazie al quale il racconto diventa indispensabile. Così può lavorare in modo che la realtà emerga, come una carezza. Sentire profondi legami umani, lasciando che da loro e dalla compassione nasca qualcosa.
Il metodo di insegnamento di Monika Bulaj è un processo maieutico, intuitivo: non crea, né segue regole prestabilite. Cerca di far emergere da ognuno qualcosa di suo, talvolta inatteso, e dargli spazio. Richiede attenzione e disponibilità a rompere gli schemi, scardinando i linguaggi verbali e visivi.
MB mostrerà, su alcuni esempi, la composizione delle partiture narrative (per libri, mostre, proiezioni, concorsi), facendo tesoro di altri linguaggi: poesia, musica, teatro, narrativa, pittura, film.
© Monika Bulaj
Monika Bulaj
Fotografa, documentarista, reporter, performer, curatrice, Monika Bulaj svolge da anni ricerche su luoghi sacri condivisi, minoranze, pellegrini e popoli nomadi a rischio in Europa, Asia, Africa, Sud America. Ha studiato filologia all’Università di Varsavia e si è formata in seguito in antropologia, filosofia, teologia, teatro e danza. Ha pubblicato su importanti testate internazionali, tra cui Granta Magazine, La Repubblica, Revue XXI, GEO, National Geographic, The New York Times, The Guardian.
È autrice pluripremiata di dieci libri di reportage letterario e fotografico (per i tipi di Contrasto, National Geographic, Electa, Skira, Bruno Mondadori, Feltrinelli, Frassinelli, Alinari, e per gli altri) e di un centinaio di mostre in tutto il mondo. Ha ricevuto nel 2014 il Premio Nazionale “Non-violenza” con le seguenti motivazioni: «Per la sua attività di fotografa, reporter e documentarista, capace di mettere in luce l’umanità esistente nei confini più nascosti eppure evidenti della terra, di far vedere la guerra attraverso le sue conseguenze, di indagare l’animo dell’Uomo, la sua ansia di religiosità, di tenerezza e di dignità. Monika Bulaj rende visibile l’invisibile, attraverso l’esplorazione dell’animo delle persone, creando con l’immagine, l’unità dell’umano».
La scrittura creativa e non‑fiction del reale
docente: Monika Bulaj
durata: 12 ore
Il fotoreportage è una questione di impegno, di pratica (la téchne dei greci, dunque, “l’arte” ma anche “il saper fare”), di meditazione, di empatia e di pazienza. È specchio e relazione. Nasce nella grazia d’un incontro. Non nelle domande che contengono già le risposte, ma nell’ascolto, grazie al quale il racconto diventa indispensabile. Così può lavorare in modo che la realtà emerga, come una carezza. Sentire profondi legami umani, lasciando che da loro e dalla compassione nasca qualcosa.
Il metodo di insegnamento di Monika Bulaj è un processo maieutico, intuitivo: non crea, né segue regole prestabilite. Cerca di far emergere da ognuno qualcosa di suo, talvolta inatteso, e dargli spazio. Richiede attenzione e disponibilità a rompere gli schemi, scardinando i linguaggi verbali e visivi.
MB mostrerà, su alcuni esempi, la composizione delle partiture narrative (per libri, mostre, proiezioni, concorsi), facendo tesoro di altri linguaggi: poesia, musica, teatro, narrativa, pittura, film.
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Fotografa, documentarista, reporter, performer, curatrice, Monika Bulaj svolge da anni ricerche su luoghi sacri condivisi, minoranze, pellegrini e popoli nomadi a rischio in Europa, Asia, Africa, Sud America. Ha studiato filologia all’Università di Varsavia e si è formata in seguito in antropologia, filosofia, teologia, teatro e danza. Ha pubblicato su importanti testate internazionali, tra cui Granta Magazine, La Repubblica, Revue XXI, GEO, National Geographic, The New York Times, The Guardian.
È autrice pluripremiata di dieci libri di reportage letterario e fotografico (per i tipi di Contrasto, National Geographic, Electa, Skira, Bruno Mondadori, Feltrinelli, Frassinelli, Alinari, e per gli altri) e di un centinaio di mostre in tutto il mondo. Ha ricevuto nel 2014 il Premio Nazionale “Non-violenza” con le seguenti motivazioni: «Per la sua attività di fotografa, reporter e documentarista, capace di mettere in luce l’umanità esistente nei confini più nascosti eppure evidenti della terra, di far vedere la guerra attraverso le sue conseguenze, di indagare l’animo dell’Uomo, la sua ansia di religiosità, di tenerezza e di dignità. Monika Bulaj rende visibile l’invisibile, attraverso l’esplorazione dell’animo delle persone, creando con l’immagine, l’unità dell’umano».
Con il contributo di
Partner
Associazione culturale Jack London · Via XXV Aprile 39 · 63900 Fermo · p.iva 02354850444
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