30 dicembre 2021
L’audio-doc Libia, quel che resta è finalmente disponibile. Dopo mesi di lavoro sporadico e frenetico, su Collettiva esce il mio reportage audio per raccontare la Libia post-rivoluzionaria. Da oggi sono disponibili prologo e primo capitolo, ma ogni settimana usciranno i nuovo episodi. Ancora non è disponibile su Spotify, ma ci stiamo lavorando.
Una pubblicazione a cui hanno collaborato molte persone e che senza di loro non sarebbe stata possibile. Grazie a Davide Orecchio per la supervisione editoriale e a Penny Lane (Ivana Marrone) per la revisione sonora (e per la sua capacità di immaginare il racconto audio oltre le parole). Le bellissime musiche originali sono di Giorgio Minervino. I collage digitali che vedete qua e in altri capitoli, sono della visual artist libica Razan Al Naas. Il racconto non sarebbe un racconto senza storie: molte persone hanno deciso di condividere la loro esperienza, alcune delle quali in forma anonima.
A queste persone dico grazie, sperando di aver rispettato le loro testimonianze. Grazie a Saliim, Osama e Christian. A dar voce a Saliim e Osama è Federico Ambrosini, che ha prestato le sue abilità interpretative al progetto. Davide Colella è la voce di Christian (nel capitolo 2, disponibile dal 2 gennaio). Grazie infine a tutta la redazione di Collettiva, in particolare a Maurizio Minnucci per l'assistenza tecnica e a Stefano Milani, che nel progetto ha sempre creduto.
Sofia Cherici, ex studentessa della scuola Jack London
“Libia, quel che resta” è un audio reportage che, per dare voce alla Libia post-rivoluzionaria, raccoglie storie dalla città di Misurata.
In questa narrazione di luoghi e umanità sotto assedio, seguiremo insieme una trama che respira nei dettagli: nell’arco di tre capitoli entreremo nella storia delle case abbandonate con facciate aperte da fori di proiettile, incontreremo un carrarmato abbandonato lungo la costa, vedremo le ombre di uomini e donne senza patria che camminano per la città e attraverseremo i confini di una notte lunghissima.
Durante la mia breve esperienza nel Paese, alla fine del 2019, ho raccolto pensieri, immagini e testimonianze: il reportage parte da quell’esperienza, e unisce le voci di giovani libici e operatori umanitari in un racconto del passato e del presente, nel tentativo di ritrovare le coordinate della Libia nonostante le sue contraddizioni.
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