7 giugno 2021
Ho vissuto nella Scuola Jack London una settimana di lavoro intenso ma per me molto gratificante: alta motivazione e piena partecipazione hanno testimoniato gli iscritti nel corso di un seminario che infatti ha richiesto grande impegno e continua, reciproca, disponibilità.
Mi sembra la Scuola Jack London sia preziosa. Stare in un posto con altri giovani e ascoltare ogni tanto persone che vengono a dire le loro esperienze è sicuramente un modo per apprendere il mestiere di guardare i luoghi e di raccontarli. La modalità della scuola diventa un bel salto formativo rispetto alla lettura dei libri che rischia di sfaldarsi nella labilità della memoria. Tra l’altro è davvero necessaria la riflessione sullo sguardo. In Italia non c’erano scuole che insegnino a guardare. La Scuola Jack London mi pare piena di avvenire perché interviene un buco clamoroso nel grande lenzuolo delle conoscenze.
È stato un enorme piacere fare parte del corso inaugurale della Scuola Jack London. La cultura del narrare, la funzione civica e maieutica del narratore, e la funzione primaria che questa esercita in contesti e culture diverse sono il fulcro di una rivoluzione epocale della nostra contemporaneità. Sopravviviamo se impariamo a raccontare il quotidiano, progrediamo (come individui e come società) se sappiamo prestare attenzione al racconto dell’altro. Bravo a Giovanni Marrozzini, a Angelo Ferracuti e a tutti coloro che si adoperano per la riuscita del progetto: il coraggio di fondare un Agorà piccola e preziosa racconta molto di voi, del vostro impegno e delle vostre qualità.
Vi devo ringraziare per la bellissima accoglienza e fare ancora i complimenti per come siete riusciti a concretizzare una bella idea, anzi un’utopia! Anche per me è stata un’esperienza, non è consueto trovare questo equilibrio tra attenzione, passione, percorsi individuali e condivisione. Insomma, spero che la Scuola Jack London si rafforzi e continui il suo cammino!
Le lezioni che ho tenuto a ottobre 2020 presso la Scuola Jack London sono state un’esperienza estremamente interessante e stimolante: con gli allievi si è instaurato sin da subito un clima cordiale e interattivo, e si è costruita gradualmente una bella discussione, ricca di interventi e di idee. Questa relazione è stata sicuramente favorita anche dal particolare contesto di Torre di Palme, un ambiente perfetto per favorire la concentrazione e la creatività.
I giorni della Scuola Jack London sono stati davvero significativi per me. Prima di tutto per il tasso di concentrazione altissimo, consentito dal luogo (appartato, protetto), dall’organizzazione (esemplare!), dalla selezione dei partecipanti, tutti molto compresi nel ruolo di discenti e con ampia disposizione alla curiosità.
L’intento della scuola (poter costruire uno sguardo sul mondo) è stato manifestato e sostenuto dagli organizzatori facendo sì che il lavoro della docenza risultasse trasparente e più semplice.
Dopo molte esperienze didattiche in ambito fotografico, l’incontro con la realtà della Scuola Jack London è stato particolarmente stimolante per la ricchezza umana e culturale che ho incontrato. Il differente bagaglio formativo che i partecipanti hanno portato è stato il valore aggiunto alla già ampia offerta formativa data da un parterre di docenti di alto livello. Nel corso che ho tenuto sul racconto fotografico ho visto affiorare le diverse inclinazioni e i talenti dei ragazzi, sempre più consci del loro percorso progettuale. Il resto lo ha fatto lo splendido borgo di Torre di Palme che ci ha ospitato, insieme all’impeccabile supporto organizzativo e logistico della scuola stessa.
Svolgo la professione di fotografo da oltre venticinque anni anche se, l’aspetto dell’insegnamento ho avuto poche occasioni di sperimentarlo. Giovanni Marrozzini e Angelo Ferracuti, fondatori della scuola Jack London, mi hanno voluto come insegnante per il primo anno nel corso di fotogiornalismo.
Sono stato l’insegnante di un bellissimo gruppo di persone, giovani per la maggior parte ma anche adulti. Tutti con una grande voglia di imparare sia dalla mia esperienza che da quella dei miei colleghi insegnanti. Il coinvolgimento con gli alunni è stato assoluto. Le nostre esperienze si sono mischiate nelle settimane passate a scuola, dandomi cosi la possibilità di capire e interpretare le aspettative di ogni partecipante. Tutto questo è stato possibile grazie alla libertà che la scuola mi ha dato; un contatto diretto con gli alunni anche oltre le ore ufficiali di insegnamento.
Ho avuto carta bianca su come impostare le mie lezioni, trovando la massima disponibilità da parte di tutto lo staff della scuola, sempre presente. Una scuola elastica ma concreta. La pandemia ha reso tutto molto più difficile ma ciò nonostante la scuola è stata in grado, non con poche difficoltà, di organizzare in tutta sicurezza la mia richiesta di poter lavorare sul campo con gli alunni. Lo “stop” forzato non ha minimamente intaccato il rapporto che si era creato con gli alunni. Li ho seguiti a distanza con idee e suggerimenti che hanno ricambiato mandandomi proposte e mostrandomi i progetti ai quali hanno lavorato come compito assegnato da me. Il tempo è volato, avrei voluto durasse ancora perché il mio bagaglio di esperienze con la scuola si è arricchito, un tassello importante per la mia carriera che spero si possa ripetere in futuro.
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