Franco Pagetti con gli studenti del corso 2022
16 maggio 2023
È sempre troppo poco, il tempo. Per quanto io arrivi con i migliori propositi, un’agenda ben organizzata, un’alternanza di argomenti e attività che assicurino lezioni proficue e appassionanti, basta una mezza giornata e tutto salta. Una domanda provocatoria, una storia segreta, un sogno scritto su un ritaglio di carta, e via. Tutto comincia a mescolarsi in un impeto centrifugo. Ogni argomento si espande, ne abbraccia altri, fuoriesce dagli animi e anche dai tempi che ci eravamo dati. Ogni parola alla Jack London diventa una rete gettata sulla vita. In quella classe, tra quei ragazzi, si catturano istanti indimenticabili. Per questo finisce il tempo, perché – almeno per me – alcune storie diventano per sempre.
La scuola Jack London è un’esperienza di immersione nel meglio del giornalismo e del racconto del mondo, i ragazzi sono curiosi e pieni di domande e il corso residenziale permette lunghi approfondimenti sulle tecniche classiche del reportage, nella cornice di un borgo antico affacciato sul mare invernale. Per me è stata l’occasione per riflettere su molte questioni che il più delle volte do per scontate. Giorni intensi e stimolanti.
Renata Ferri e Giovanna Calvenzi con gli studenti
Tra il mare e un’alta collina, in un borgo di quelli antichi ma ancora molto vivaci, dove le strade sono così strette da permettere alle automobili di passare a malapena - una alla volta, con calma e senza fretta; dove il belvedere suggerisce, con tanto di cartello dell’APT locale, di baciarsi appassionatamente, lì, in una bellissima sala con vista sull’Adriatico, è avvenuta una magia: un gruppo di 20 persone, 40 occhi curiosi e allegri, mi aspettavano per ragionare insieme di immagini, di libri, di mostre. Di visioni nuove da pensare e da creare.
Ecco l’impressione che ho avuto partecipando alla scuola Jack London e incontrando le ragazze e i ragazzi di ogni età con cui ho condiviso questa esperienza: una vera magia; un incontro quasi fuori dal tempo, nell’atmosfera rarefatta di Torre di Palme. È stato bellissimo incontrarsi, conoscersi, guardarsi negli occhi, sorridersi e trovare insieme ancora la voglia di fare, di costruire nuove storie e nuove immagini per questo tempo che stiamo vivendo.
Ritorno a Torre di Palme per un altro appuntamento con gli studenti della Jack London. Ritrovo un momento di discussione prezioso intorno al racconto, al mestiere di fotografo e alle immagini e alla sua formula vincente nel rapporto con gli studenti, e con il resto della struttura. Angelo, Giovanni e Alessandra fanno un lavoro prezioso di ricerca di professionisti che parlano di argomenti che ruotano intorno al tema della narrazione e che mettono insieme discipline e competenze capaci di offrire agli studenti uno sguardo competente e profondo sulla letteratura, il giornalismo e la fotografia.
Anche quest’anno ho scoperto un gruppo di studenti attenti, preparati: le loro provenienze da esperienze diverse ha arricchito la condivisione del mio percorso professionale di sguardi personali e inediti sul mestiere della fotografia e del giornalismo.
Massimo Raffaeli
Alberto Giuliani
Daniele Benedetti
Ascanio Celestini
Carlo Lucarelli e Angelo Ferracuti
Franco Pagetti e Giovanni Marrozzini
Alessandra Mauro
Un viaggio importante quello verso la Jack London, sin dalle sue premesse. Grato per quanto mi è stato offerto, riconoscente a chi mi ha introdotto a voi.
E una volta incontrati Alessandra, Angelo, Giovanni e i 20 allievi di Torre di Palma, alle premesse son seguite le conferme.
Una splendida iniziativa, frutto del genio di menti libere, che son riuscite a disegnare il proprio destino, che trasferiscono con serenità e sicurezza ciò che l’esperienza ha loro insegnato.
Altrettanto libere e pronte alla verifica le menti degli studenti, spinti dalla passione. Ed è proprio questo il terreno comune che guida l’intero percorso tra allievi e docenti, la passione. Immergersi in un nuovo contesto, l’evidenza della motivazione a migliorare, indipendentemente da ruolo o età, a crescere.
Bravo a chi ha disegnato il programma, complimenti a chi ha deciso di aderirvi e un applauso a chi ha selezionato i partecipanti. Energie ben impiegate, tempo ben speso. Beni destinati a diventare sempre più preziosi.
Ho cercato di trasferire quanto potevo, ho cercato di integrarmi a voi, offrendo sinergie più che suggerimenti.
Ognuno ha le proprie caratteristiche, talento o genio che sia, ma quando rapportati al mercato ognuno diventa un prodotto, unico per autorialità e individualità; rimarrà comunque il mercato a definirne il valore.
Questa la verifica più ardua.
Ricordando come solo sui dizionari il termine “successo” preceda il “sudore”, l’augurio è riuscire a massimizzare la sostenibilità dell’impegno. Ma unendo al genio il ragionamento, individuando mutue necessità, formulando proposte in funzione dei benefici, evitando di limitarsi alle sole esigenze, la comprensione cresce. L’Empatia.
Col trascorrere degli anni sempre più importante per me ascoltare, grazie agli stimoli offerti molto ho appreso dal tempo trascorso con voi. Ne serberò un ricordo ricco e coinvolgente e, “connecting the dots”, la consapevolezza che in altri luoghi e in altri tempi, comunque ci rivedremo.
Primo, la sorpresa: una scuola di letteratura e fotografia incastonata in un borghetto medievale, fra vicoli e chiesette romaniche e il mare laggiù. Secondo, un’altra sorpresa: tutti puntuali all’ora di inizio ufficiale del workshop, e scusate ma per me questo è il segno di chi prende sul serio le cose. Terzo, un’altra sorpresa ancora: io mi scordo il coffee break e nessuno lo rivendica. Avevo già collaudato, anche se in forme sempre diverse, quel mio schema interattivo sull’etica della fotografia giornalistica, ma con esiti sempre diversi secondo il genere di partecipanti. Non sapevo cosa mi aspettasse da un corso così impegnativo, residenziale, intenso come avevo intravista sui programmi. Sono arrivato presto, il giorno prima, per concedermi un po’ di raccoglimento zen, solitario, sul lungomare nebbioso.
Bene. Questa volta, l’impressione di un lavoro comune, di uno scambio reale e di una crescita condivisa è stata fortissima. Alla fine ne sono uscito anche io mentalmente affaticato e moralmente soddisfatto, come spero tutti gli amici che hanno partecipato a questa seduta di ginnastica etica, dove nessuna risposta era per principio giusta o sbagliata, dove contava più di tutto che le domande fossero quelle giuste. Sono tornato a casa con la precisa sensazione di avere ricevuto più di quel che ho dato. Grazie a tutti. Io credo che una scuola abbia gli studenti che merita, quindi, Giovanni e Angelo, avete fatto una bellissima cosa quaggiù a Torre di Palme. Spero di tornare.
Nel corso della mia esperienza con la Scuola Jack London ho potuto apprezzare una realtà che ho trovato particolarmente stimolante per la ricchezza culturale e umana incontrata. Le differenze formative e di visione che i partecipanti portano in questo magnifico borgo medioevale sono il valore aggiunto alla già ampia e qualificata offerta formativa messa in campo. Nel raccontare l’esperienza del territorio Trentino ho accolto i diversi punti di vista dei partecipanti, attenti a sviluppare percorsi progettuali attuali e proiettati verso nuove opportunità professionali. Il resto lo ha fatto il calore umano ricevuto, assieme all’impeccabile supporto organizzativo e logistico della scuola stessa.
Grazie a Giovanni e ad Angelo. Grazie ad Alessandra. Grazie ragazzi.
Mi avete regalato quattro giorni importanti.
Penso che la fotografia mi abbia dato più di quanto io ho dato alla fotografia, ma la mia grande fortuna è stata, che il caso me l’abbia fatta incontrare.
Oggi penso che sia il linguaggio centrale della modernità: non è soltanto vedere, ma anche sentire e pensare il mondo come la vita.
Mi ha appassionato condividere le mie esperienze di lavoro e di ricevere una scossa di energia dai ragazzi.
È stato importante per me non riuscire a distinguere chi fosse interessato allo scrivere e chi alla fotografia, erano interessati a sapere e questa è la spinta che si necessita per andare avanti.
È stato bello vedere quanto dei giovani fossero disponibili ad imparare, non delle fredde tecniche, ma dai racconti.
La predisposizione ad ascoltare rende l’uomo ricco.
Quello che voglio dire è che ho avuto la piacevole sensazione di vedere come non fossero alla ricerca di una professione, ma alla ricerca di dare un senso alla vita, pronti a cogliere ogni sussulto esterno al loro giovane mondo.
Sono rimasto colpito dalla loro curiosità.
Alla fine quello che ho cercato di trasmettere è di avere una regola: continuare a cercare e non avere paura di avere paura.
È stata una lezione importante per me e spero sia stato utile a loro.
La Scuola Jack London è veramente un gioiello nel panorama della formazione italiana, un alto esperimento di confronto tematico, pratico ed intellettuale che non a caso coinvolge un parterre di studenti di rilievo. Sono stata molto colpita dalla preparazione degli allievi e dal grado di interesse che hanno mostrato a lezione. Le ore trascorse insieme sono state interattive e ricche di stimoli reciproci. I miei complimenti allo scrittore Angelo Ferracuti e al fotografo Giovanni Marozzini che hanno saputo portare nella didattica la grande tradizione italiana del reportage, ponendola in relazione con le esigenze, le pratiche e le istanze del presente più stringente.
Partecipare quest'anno agli incontri con gli studenti della Jack London è stata davvero una grande esperienza. Il gruppo era affiatato e preparato ma soprattutto c'era un clima di fraternità toccante. La convivenza di giovani donne e giovani uomini che provenivano da città diverse, da paesi diversi, da retroterra culturali diversi rendeva, estremamente stimolante il dialogo e le riflessioni comuni. Il gruppo era un GRUPPO del quale mi avrebbe piaciuto far parte e mi è piaciuto condividere le nostre esperienze.
Alla “Jack London” è possibile l’insegnamento autenticamente seminariale che invece, dati i protocolli vigenti, è di fatto impossibile nella scuola come nell’università: cioè attivare uno scambio sulla base di argomenti proposti e liberamente discussi tanto da chi tiene il corso quanto, e vorrei dire specialmente, da chi vi prende parte. Sono al terzo anno di corso e confermo in sostanza quanto nei due precedenti avevo già rilevato. Il livello culturale dei partecipanti (al di là dello spessore dei curricula individuali) si è confermato di livello medio-alto, piena è stata la motivazione e, nella maggior parte dei casi, ben visibili sia il coinvolgimento sia la attiva partecipazione. Personalmente, una esperienza che volentieri ripeterei.
Con il contributo di
Partner
Associazione culturale Jack London · Via XXV Aprile 39 · 63900 Fermo · p.iva 02354850444
privacy policy · cookie policy · © 2025
Con il contributo di
Partner
Associazione culturale Jack London
Via XXV Aprile 39 · 63900 Fermo · p.iva 02354850444
privacy policy · cookie policy · © 2025